Istituto Ricci HomePageLa donna che canta
N E W S C O N T A T T I R I C E R C A L I N K S F O R U M

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La soluzione del canto
La donna che canta
. (Incendies) di Denis Villeneuve (Canada, 2010)

Giuseppe Riefolo

�You forget so easy�

(Radiohead)

La storia

Jeanne e Simon, gemelli, vivono in Canada. La madre, Nawal Marwan, alla morte lascia loro due lettere in cui chiede di ricercare il proprio padre ed un fratello che non sapevano di avere. All�inizio solo Jeanne, giovane ricercatrice di Matematica, decide di partire per Daresh, in Libano, dove la madre comp� i suoi studi universitari e, pian piano che la storia si dipana, arriver� in Libano anche Simon. I due gemelli scopriranno di essere nati nelle torture che la madre, per motivi politici, sub� nel carcere di Kfar-Ryat dove cantava mentre la portavano dal terribile Abu-Tareg e che, attraverso un piccolo tatuaggio al tallone, padre, fratello e torturatore coincidono.

di una ricerca

Perch� tua madre decide di restituirti la tua storia proprio alla sua morte? Forse perch� quella storia non poteva essere raccontata da lei, ma lei la lascia come traccia per ritornare a lei: �la morte non � mai la fine di una storia, restano sempre tracce�. Dal passato di tua madre ti torna un piccolo crocifisso e un passaporto: il crocifisso dice chi era e il passaporto dov�� stata. Sono tracce disturbanti che ti dicono che molte cose non le conosci ancora. Sono tracce che aprono a �O� (Bion, 1965) e che vengono perch� portate da +L e +K. che sono la curiosit� e la sorpresa nel processo analitico. Simon ne � spaventato, mentre Jeanne ne coglie il suggerimento vivo: �vostra madre non era matta � commenta il notaio - ve l�assicuro! Certo, la situazione evidentemente � insolita� lo riconosco!�. Tua madre, morendo, ti consegna un ultimo desiderio, ma poi scopri che si tratta di un invito: �Seppellitemi senza bara, nuda e senza preghiere, con il viso rivolto al suolo, spalle al mondo. Sulla mia tomba non ci saranno lapidi e il mio nome non sar� inciso da nessuna parte. Nessun epitaffio per chi non mantiene le promesse�. Poi, attraverso due lettere, due tracce da dove iniziare la ricerca: Lettre a Jeanne: �L�infanzia � un coltello piantato in gola che non si tira via facilmente� questa busta � destinata a vostro padre: ritrovalo e consegnagli la busta. Lettre a Simon: �Il notaio ti consegner� una busta� destinata a vostro fratello: ritrovalo e consegnagli la busta�. Perch� non svelare subito tutto e risparmiare sofferenze e fatiche? Ovvio: ci� che vale la pena non � il contenuto, ma l�uso che ciascuno di noi sa fare dei processi: poi si pu� arrivare dove ci pare, ma devi sapere che tu sai fare un tuo uso di quel processo di cui ti sono state suggerite solo le regole e alcune tracce. Ma le regole siano chiare e le tracce siano solide: � vi troverete di fronte a problemi insolubili che vi porteranno sempre verso altri problemi altrettanto insolubili. (�) Benvenuti nella matematica pura! Nel paese della solitudine!�

Tendere a �O� (Bion, 1965) � un processo necessariamente in solitudine finalizzato proprio a risolvere lo stato ontologico e antico di solitudine in cui siamo nati e in cui percorriamo la vita. Per me non � una condizione triste, ma estremamente viva; � l�elan vitale dei processi. Per questo Jeanne parte. Ma partire come e da dove? L�incertezza pu� essere la tensione a �O�, o, al contrario, l�insostenibile presenza della �non-cosa�. Nel film � la differenza che all�inizio c�� fra Jeanne e Simon. Non si tratta di seppellire il cadavere ed avere pace: �voglio seppellire mia madre normalmente, cos� per una volta in quel casino di vita avr� fatto una cosa normale!�. Gli analisti sanno cogliere nella tensione a �O� la vitalit� di un processo infinito e non la soluzione di un problema; anzi: la psicoanalisi ha proprio avuto questa evoluzione: �mi interessano le modalit� che consentono lo sviluppo della funzione α del contenitore, dell�attitudine �a trasformare gli stati protoemotivi e protosensoriali: a questo punto i contenuti potranno essere i pi� diversi e non particolarmente in primo piano� (Ferro, 2010, 166). Non si inizia mai da �O�, ma spesso �O� � saturato dalla Cosa: �Ti serve un punto di partenza!�; �Mio padre � morto durante la guerra, a Daresh�; �Questa � l� incognita della equazione � commenta il professore a Jeanne -. Non si comincia mai da una incognita, lo sai!�. .Non � grave usare la Cosa: � un limite necessario dei processi. Il problema � come gli analisti sanno � � che la Cosa, ad un certo punto, come la �Matematica pura�, debba diventare incerta e proporre nuove dimensioni potenziali. E� quello che nel processo analitico da qualche tempo si riconosce come �dissociazione creativa� (Bromberg, 2006), ovvero le potenzialit� del processo che dialogano continuamente con la tendenza alla stabilit� del processo (Bollas,1987, li chiamerebbe il pensabile e il conosciuto). Nella potenzialit� del processo c�� la tensione ad �O�, nella stabilit� c�� il grande merito dei �bugiardi� (Bion, 1974).

Jeanne, quindi, parte da una foto e da una piscina, ora ghiacciata e vuota che, nel ricordo che si avvia, diventa subito calda e piena di voci e di gente. Il film ci dir� che quell�evoluzione del ricordo � una promessa da raccogliere. Ora c�� la madre ed � una scena che si potr� capire solo alla fine, quando tutto ritorna. Il film, alla fine comincia proprio da quella piscina.

�e di donne che cantano.

Il film mi ha fatto pensare che in situazioni gravi cantare non � una modalit� di resistere: cantare la soluzione. La musica � qualcosa di vivo che c�� e non � al posto di un dolore, non serve a far dimenticare il dolore� a non pensarci: il dolore pu� stare insieme al tuo canto ed entrambe le cose sono importanti. Non si tratta di �rimuovere� o �negare�, ma di mettere a fianco del dolore la vita che viene dal tuo canto. Questo il film lo dice pi� volte. Nawal comincia a cantare alla propria pancia che cresce: pochi suoni, mentre le mani circondano la pancia in una carezza ampia. Canta anche la nonna mentre segna il tallone: che c�entra che si canti in momenti come questi? Il problema che gli analisti si pongono � quanto ci sia di rimozione o quanto di giustapposizione. Il porre � qualcosa che spesso, non piace agli analisti finch� non si accorgono che, comunque, si pone sempre qualcosa; semmai, il problema � cosa e come: �sarebbe bene ricordarsi che la psicoanalisi � un mestiere pericoloso qualsiasi cosa si faccia � se non si fa niente o se si fa qualcosa� (Bion, 1987, 193). Gli analisti accettano sempre pi� che la cura sia anche giustapposizione creativa e non la semplice interpretazione delle difese. Un analista che si � molto occupato di psicosi in questi casi ha parlato di �proto-simbolo�: �a differenza dello psicoterapeuta classico che ascolta, partecipa, spiega, propone, lo psicoterapeuta diviene nei casi da me osservati vettore di immagini simboliche le quali da un canto riprendono i temi della psicosi, ma dall�altro li ribaltano in senso positivo, li continuano in senso progressivo, dualizzante, li organizzano in contesti figurativi aperti a nuovi sviluppi� (Benedetti, 1993, 36). La posizione dell�analista � di partecipare ad un gioco creativo che crei significato. Per questo cantare non � al posto del vuoto.

La musica � sussurrata, sottovoce, da Nawal e dalla nonna. Poi c�� Jeanne che accompagna il suo viaggio con la musica dei Radiohead: la stessa della prima scena in cui stanno rasando i bambini nell�orfanotrofio, quella musica che ti dice: �You think you drive me crazy/ Come on, come on/ You forget so easily/ You ought to know�. Ho sentito che la musica dei Radiohead aveva il suono del canto di Nawal e della nonna, forse perch� aveva lo stesso senso. Nel carcere Nawal ricomincia a cantare, quando non hai pi� niente � prigione di Kfar-Ryat: forse come quando � nato tuo figlio... � una ninna nanna� sullo sfondo le urla. Questa volta ci sono le parole. Canta mentre la portano al torturatore Abu-Tareg; non certo per vincere la paura, ma per essere viva nonostante tutto! Forse non c�� differenza!

Uscendo dal cinema ho sentito che il film era stato davvero una canzone, ed � quello che ti rimane di un film, direi di una esperienza se quella esperienza ti fa pensare al canto. Peraltro, a dire il vero, la donna non � che canti molto, ma il canto � la soluzione della storia. Ho pensato ai cori delle tragedie greche che, non � vero che servissero a commentare la storia come una voce fuori campo, ma i cori servivano a mettere musica nella storia e, posso immaginare, permettevano che la tragedia si presentasse come una possibilit� densa ed intensa di vita. Infatti, amo i cori quanto amo le cantilene; si tratta di una musica che segna il tempo e permette che il tempo passi comunque e nonostante tutto.

Ho sentito che le lettere, quelle lette alla fine, a differenza che all�inizio, avevano musica. Le lettere parlano di amore che � nella effettivit� dei legami: quindi puoi amare chi ti ha torturato, perch� soprattutto lui � nato dall�amore. Anche Jeanne e Simon , nonostante la �puttana 72�, sono nati dall�amore, perch� �ti amer� sempre, nonostante tutto quello che puoi fare!�. Nonostante le vicende, � la storia di una tragedia che, per� ti ritorna leggera, direi armoniosa.

Ora Simon e Jeanne si tuffano in piscina quando sanno di essere nati in prigione. A questo punto, anche Simon � alla ricerca. Ho pensato che l�acqua accompagna il percorso. Forse perch� si tratta di scoprire dove e come sei nato? Non lo so, ma mi piace seguire le assonanze e i ritorni degli stessi oggetti. In un certo senso � un�altra forma di cantilena: la canzone dell�intera storia, la ninna nanna cantata da Nawal e quella ascoltata da Jeanne nelle cuffiette che portano i Radiohead.

 

�You ought to know
You ought to know

We ride tonight
Ghost horses

(Radiohead, �You and whose army?�)

 

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