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ISTERIA E CAMPO DELLA DISSOCIAZIONE
Borla, Roma 2006. 232 pp., � 22,00 (acquista
il volume dal sito Borla Edizioni)
Con una introduzione di Franco De Masi e una presentazione di Jean Garrab�.
L'isteria
ha una caratteristica singolare: sul piano della teoria appare un quadro netto e
definito nei suoi aspetti dinamici e descrittivi; nella clinica, invece, �
sempre per definizione sfuggente e si colloca ai confini di ogni altro quadro
clinico. Gli autori propongono il concetto di configurazione isterica
come unit� elementare di base, rintracciabile nella infinit� dei quadri
clinici e nei movimenti continui dei percorsi terapeutici. Le configurazioni
isteriche del S� sono sostenute da particolari modalit� di dissociazione, di cui
la conversione o la rimozione sono solo possibili esiti. La dissociazione �
dispositivo complesso, differenziabile in relazione alla struttura che lo attiva
e all'oggetto su cui interviene, mentre molto spesso, nel linguaggio della
clinica, risulta concetto generico, sinonimo di scissione, frammentazione,
disintegrazione, ecc., riferito soprattutto al campo delle psicosi.
Forse, negli anni, � "...stato il successo della proposta di
Eugen Bleuler, relativa al gruppo delle psicosi schizofreniche, unito alla
confusione terminologica tra la Spaltung e la dissociazione - nel
senso di Janet - ad allontanare i ricercatori dallo studio dei fenomeni psichici
dell'isteria" (J. Garrab�). Parallelamente, alle origini del movimento
psicoanalitico, "Breuer aveva dato importanza al meccanismo della dissociazione
perch� aveva capito che nelle gravi psicopatologie esistono stati mentali
alterati, che non possono essere spiegati solo dal meccanismo della rimozione...
nella disputa scientifica tra Freud e Breuer, vinse Freud ... e l'isteria
divent� la malattia della rimozione e non della dissociazione" (F.
De Masi).
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