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Aurora

"Don�t be afraid of me!"

Alla fine del film ricorderemo le immagini iniziali e scopriremo che come nella pergamena di Melquiades tutto era gi� scritto sin dall�inizio: treni che corrono, che si incontrano e si incrociano alle stazioni; le immagini che in dissolvenze esplicite annunciano che nessun confine � pi� sostenibile e che ogni immagine pu� diluirsi nell�altra creandone una nuova che la citt� frenetica, per forza, si insinua nel ritmo lento della quiete della campagna. Credo che l�icona di questo film sia il treno, i binari, l�eccitante sensazione di non avere confini, di potersi affidare e farsi risucchiare da reciproche tensioni che ti permettono la paura delle nuove situazioni sconosciute: "don�t be afraid of me!". Il film all�inizio ci avvisa che stiamo assistendo ad una specie di favola e che quindi ci riguarda tutti: "queste canzoni possono essere in ogni luogo ed in ogni tempo"

Il giorno che ho visto il film, al servizio c�era stato il gruppo di pazienti psicotici che da alcuni anni conduciamo io e Giuliana.. Elisa era angosciata: "avevo confessato ad una mia amica il fatto che avevo l�impulso continuo a telefonare a Luca a cui non pensavo pi�, ma era pi� forte di me ed avevo paura che se l�avesse saputo Cristiano avrei rovinato tutto. Ma io sto bene con Cristiano� mi capisce� ha lasciato una famiglia per me� � la persona con cui mi trovo meglio. La mia amica l�ha detto al suo ragazzo e questi l�ha detto ad Cristiano! Lui non me ne ha parlato subito� mi ha fatto delle domande su Luca� io ho capito ed ora ho paura che possa finire tutto� tutto per colpa mia�"

Durante la seduta, la paura di Elisa pu� essere capovolta e si connota come tentativo di presentare pensieri di se che poteva tenere terribili e impresentabili. La paura era che il cambiamento potesse essere una catastrofe e privarla di tutto.

Sullo schermo vedevo l�uomo vinto dalla seduzione per la donna della citt�, quella che fuma sigarette che fanno un gran fumo e che ha la sensualit� a mille: "� la chiamavo Voluptas, la figlia di Psiche. Per i romani, la personificazione del piacere dei sensi" (Ph. Roth).

Ho pensato ad un mio paziente di analisi che � diventato anche un bravo avvocato, ma continua a raccontarmi che da bambino il suo mondo era diviso fra "quelli della citt�" e "quelli della campagna" e lui, come in Nuovo cinema Paradiso, era sempre con Michelino, il capo dei braccianti. Michelino aveva le mani grandi e gli raccontava che le donne di "quelli della citt�" non erano vergini e mettevano le corna ai mariti. Quando impar� le prime parole di inglese Michelino esclam� che era assurdo che il figlio di un contadino provasse a parlare inglese! Il mio paziente mi dice � ed io penso di sapere cosa voglia dire � che per lui quell�episodio non � mai stato una ferita, ma una zona in cui si � concentrata gi� allora una profonda commozione. In quel momento (forse dopo, ma si sa come sono i ricordi in analisi�) cap� che Michelino non sarebbe mai cambiato, mentre lui era destinato a cambiare e questo Michelino lo sapeva.

Il film procede e la donna della citt� propone che il cambiamento debba essere netto: la campagna, la moglie, il figlio contro la citt�. Ma da dove partono i treni quando li vediamo entrare nelle stazioni? A me capita alcune volte di pensare che il cartello appeso sulla fiancata del treno � lo stesso che ha attraversato mille paesaggi, che ieri si trovava a Milano o a Venezia ed � lo stesso che adesso � nella stazione da dove sto partendo. Capisco meglio quello di cui mi parla il mio paziente: quello che per Michelino era stato un tradimento per lui � sempre stata la cifra del cambiamento: si poteva andare dalla campagna alla citt� senza che Michelino dovesse morire: "l�individuo ha bisogno di attraversare pi� e pi� volte l�ambiguit� e la paura suscitata da questa dialettica per poter sviluppare le sue risorse di partecipazione differenziata al lavoro condiviso" (Gaburri, Ambrosiano).

L�uomo del film si muove come sdoppiato fra queste due appartenenze. Uno spirito cieco lo spinge alla gita in barca con la moglie ed � questa a temere che possa essere impossibile, alcune volte, che le storie, come le dissolvenze, passino le une nelle altre, e che mille binari possano intersecarsi e che i treni quando arrivano nella citt� sono passati per mille campagne. Allora: "don�t be afraid of me!" � un bellissimo incitamento a cambiare. E� quello che Elisa sogna gli possa dire Cristiano quando lei riesce (secondo le contorte, ma efficaci vie dell�inconscio) a presentargli la sua competenza a poter cambiare e forse � quello che il mio paziente riesce a dire a Michelino il quale teme a vederlo partire per sempre verso la citt�.

Il film forse dice che � impossibile dimenticare l�appartenenza: bisogna per forza farci i conti, altrimenti � la paralisi o la malattia. Quindi l�uomo e la donna possono entrare insieme nella citt� e godere della nuova stazione. Si trasformano, lui goffamente per mano di un parrucchiere e lei forse perch� respira l�aria eccitante della citt� che le toglie la maschera di bambola di pezza. La citt� temuta li rende vivi. Sono in gioco: "non avevo potuto fare marcia indietro mentre attraversavo la superficie ghiacciata del lago ed ora non potevo voltarmi e fuggire.. Il coraggio non c�entrava. Non c�entravano la ragione n� la logica. Lui era l�. Ecco l�unica cosa che contava. Quella � la mia paura." (Ph. Roth).

In Nuovo cinema Paradiso, Tot� finch� non torna indietro non riuscir� mai a trovare l�amore (al ritorno la vecchia madre gli confessa che nella voce di tutte le donne che sente al telefono si accorge che non c�� amore per di lui�). Il mio paziente ha dovuto pagare un presso alla paura di Michelino: ha sempre portato con s� il fantasma che avrebbe potuto comportarsi come il protagonista della sceneggiata napoletana "O� Zappatore", quello che, diventato avvocato, "si scord a� mamm!". Elisa insiste perch� dopo la seduta, "al di l� dei discorsi del gruppo�" io possa parlare con Cristiano per spiegargli quello che lei non riesce a dirgli e cio� che non si pu� cambiare solo facendo finta che Luca possa sparire magicamente lasciando il posto ad una nuova vita. Durante la seduta io penso che dovr� fare in modo che sia Elisa stessa a dire ad Cristiano: "don�t be afraid of me!". Nel film accade la stessa cosa. La campagna si sente sostituita dalla citt� e tradita dai due protagonisti. Si vendica, perch� il ritorno � doloroso e se sei diventato avvocato sicuramente non ritroverai pi� la madre di un tempo: "� una tempesta invisibile.. le onde spesso arrivano fino a fuori� Non � possibile essere un analista, pi� di quanto non sia possibile essere un marinaio o un soldato, senza conoscere questo tumulto, questa tempesta che infuria. Nonostante la calma apparente, sappiamo che costui, dall�alto della sua superiorit� da cui osserva l�analista, ha paura" (Bion).

Come per Tot� di Nuovo cinema Paradiso o per Pirandello nell�ultimo episodio di Kaos dei fratelli Taviani, il ritorno � il riconoscimento di un lutto. Bisogna andare a incontrare qualcuno che � morto proprio l� dove l�avevamo lasciato e scoprire che per tutto il tempo che � vissuto, ci ha voluto nella citt� dove lui non era mai riuscito ad andare. Comunque vadano le cose, sostanzialmente i figli vivono per i padri e le madri, per quello che questi non hanno mai conosciuto e sono impegnati a saturare gli elementi β che generazioni precedenti hanno consegnato loro. Per tutti la vita si compie nel viaggio che nessuno ha mai fatto prima perch� "ci� che abbiamo di meglio non lo possiamo trasmettere ai nostri figli" (Goethe).

Nel film � come quando le cose vanno bene. E� proprio la paura e la vendetta della campagna, lo scampato pericolo, a sostenere la coesione del gruppo e la riammissione di quelli che vedevano una nuova vita nella fuga. L�uomo e la donna per essere riaccolti hanno bisogno delle capacit� speciali del gruppo di appartenenza e delle sue cure. Come per ogni cambiamento � stata sfiorata la catastrofe ed � uguale alla stessa paura di Elisa la quale forse proprio per questa paura mi chiede di intervenire concretamente. Io, nel gruppo mi sento imbarazzato: so che se non succede niente durante la seduta che resta sar� difficile evitare di parlare con Cristiano, ma questo sarebbe grave per Elisa. Evidentemente anche durante le seduta abbiamo paura di spostarci e di lasciare la campagna. C��, quindi il sogno di Annalisa: "C�era mio padre che era vivo. Io avevo una stanza tutta mia; non ero pi� nella casa famiglia e sapevo che in quella stanza avrei potuto finalmente ospitare mio figlio."

Nel film la donna della citt� viene respinta e smascherata nella sua diabolica seduzione. Ma questa � la soluzione maniacale che non ha mai storia. Ci� che conta � che l�uomo e la sua donna hanno potuto conoscere la citt� e ne sono tornati trasformati; Elisa alla fine del gruppo si affanna a cercare che Cristiano venga a parlare con me, ma per una felice occasione non riesce a contattarlo e ci saluta: "speriamo che vada bene, dottore!".

"devo e dovr� la continuit� della mia esistenza alla mia capacit� di temere un �disastro incombente," (Bion).

Giuseppe Riefolo