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La forma
dell�aria (Alexander
Calder, Roma, 24 ottobre-14 febbraio 2010) �questa
rappresentazione, che ho verificato in Nell�aria�. Conoscevo poco di Calder. Ma una cosa � conoscere
altra cosa � essere dentro quello che un altro costruisce perch� tu ci
possa proprio star dentro; forse � l�esperienza sottile che conosciamo, della
musica e del calore: �per la maggior parte delle persone un mobile non
� che un insieme di elementi piatti che si muovono nel vuoto. Eppure per
qualcuno pu� essere poesia� (Calder, Catalogo, 30). Mi affascina la sostanza di qualcosa il cui
peso non conta affatto nella nostra conoscenza di esso. Il peso dell�aria, del
fumo, dell�anima. Eppure � semplice. In Smoke (1995) ci viene data la
soluzione che avremmo dovuto conoscere sin dalle elementari. All�inizio del
film Auggie lo dice subito: �basta pesare una sigaretta e sottrarre il
peso della cenere che rimane: tutto il resto � il peso del fumo!� Cos� pure
allo stesso modo in �21 grammi�
(2003) si pu� pesare la vita perch� 21 grammi � il peso che
si perde quando si muore! Girando per le sculture-installazioni di
Calder nelle bianche sale del Palazzo delle Esposizioni ti rendi conto che
l�aria ha un suo peso e che pu� essere vinto da qualcosa che per� � una sensazione:
la leggerezza � il reciproco del peso dell�aria e, attraverso la
leggerezza, l�aria sta in piedi. Eppure la materia di cui si occupa Calder �
pesante: il ferro che pu� essere reso sottile e leggero tanto che diventa della
stessa natura dell�aria. Ed ecco facce, animali, tori, galline, acrobati,
intere figure di donne con la loro pancia e i seni e il sesso; ecco che stanno
nell�aria e non li senti pesanti. Anzi, � proprio questo che ti sorprende:
qualcosa che conosci essere a terra, ora attraverso una materia che tradisce la
sua essenza, sta nell�aria, e l�aria l�attraversa, ma il fil di ferro,
sottile, prende il suo spazio e disegna le sue forme. Ecco infatti The spider
e Little spider (1940), ecco Tightrope, 1936. Ecco Ercole e il
leone (1928). �Come nasce l�arte? Da volumi,
movimenti, vuoti, scolpiti all�interno di uno spazio� (Calder, 86). Infatti,
ecco nella sala grande la riproduzione di Teodelapio (1962) uno stabile
alto 15 metri di piastre di acciaio, messo in una piazza di Spoleto. Per prima
cosa mi viene da chiedermi come mai non l�abbia mai visto prima e sento che �
una cosa che mi manca. Mi scopro a pensare che bisogner� andarci, proprio l�
in quella piazza. Quello che leggo nel catalogo mi chiarisce perch�: �Molti
considerano quest�opera come un simbolo fallico. Non avevo pensato ad un
effetto simile, ma potrebbe essere l�origine della sua forza� (Calder, 84). Quando ero l� ho pensato a mille pazienti,
anzi a mille scene che mi riguardano, ma soprattutto ho sentito che quelle
sensazioni mi facevano bene. Vedere la leggerezza ti cura: senti che c��
un�altra dimensione che puoi adottare. Mi sono sentito bene in quelle stanze:
potevo passare dalle stanze alla grande sala centrale dove erano esposte le foto
delle Stabiles anche queste, alla fine, leggere perch� vedevi
(sentivi) che occupavano un proprio posto e la leggerezza non � un peso, � la
qualit� di un incontro in cui trovi un posto che era l� per te. Ho pensato ad
una serie di sensazioni che ti prendono quando incontri soprattutto pazienti
psicotici e cerchi di capire cosa e come sentono. Ecco: quando una sensazione �
leggera � perch� trova un proprio posto che altre sensazioni dell�ambiente
intorno le hanno procurato (Winnicott). Francesco che l�altro giorno,
stranamente � venuto al servizio a cercarmi: non era mai successo; sono io che
spesso vado a casa sua dove vive da solo e la casa � tenuta male e spesso mi
chiedo se faccio bene ad accettare che stia l� a dormire su un materasso messo
per terra, spesso senza lenzuola� Mi ha sorpreso che venisse a
cercarmi, ma era come se lo sapessi! Voglio dire che sono accadute una serie di
cose in questi anni che hanno creato un posto a questa possibilit�. Mi sono sorpreso
perch� non sapevo quando sarebbe accaduto, ma sapevo che doveva accadere: �lo
strumento specifico dell�analista � il suo inconscio che deve cogliere
�intuitivamente� � i processi inconsci del suo analizzando � Si pu�, da
un certo punto di vista, paragonare questa scoperta �intuitiva� a un atto
percettivo� Il ritorno inatteso di simili contenuti inconsci giustifica
l�effetto psichico di sorpresa� (T. Reik, 1935, 180). La leggerezza � quando, lieve, un episodio
si posa in un luogo senza rumore; non ha nessuna importanza il suo peso: �Roxbury
flurry (1946); �Cascading Flowers� (1949). Con Francesco provo da
tempo a fargli accettare l�iniezione di neurolettico mensile; bisogna
discuterci molto e spesso non ci riusciamo. Ma io so che, finch� lui ce lo
permette, bisogna attendere che l�iniezione arrivi a lui e a noi, leggera. Non
ha nulla a che fare con l�obbligo e la prescrittivit� che anch�esse possono
essere leggere. Parlo di sintonia tra persone (Bion e Nino Ferro
parlerebbero di menti; ed � proprio cos�) che si parlano e sono
attente a non prevaricare. Parlo di rispondenze in un dialogo che procede
ed in cui ognuno attende e cerca la mossa dell�altro: spesso l�obbligo alle
cure e la prescrittivit� sono la sintonia e la rispondenza con elementi urgenti
di cui bisogna assumersi la responsabilit�. Sta di fatto che quando � venuto a
cercarmi al Servizio � rimasto l� con noi a lungo, con Paolo, Silvia,
Leonardo. Poi ha accettato che io gli facessi l�iniezione: �Le ho fatto
male, Francesco?� �No�non mi hai fatto male� ma � che non puoi farmi
sempre �sti buchi al culo!�. Ok, ricevuto! Ora mi dice �sempre� e sente
che io �entro� nel suo spazio. E� la prima volta che ho la sensazione che
mi parla di qualcosa che ha a che fare con i processi che, immediatamente teme
intrusivi: bisogner� essere molto attenti perch� mi dice che registrer� ogni
piccolo movimento! In quella occasione non ho saputo trovare una risposta mia:
�gli analisti si comportano come se niente debba sorprenderli. Il fatto � che
essi dovrebbero essere sorpresi continuamente� (Smith, 1995, 76). �ombre�. Per quanto sottile e leggero, il fil di
ferro segna l�aria, ma non si pu� dire che occupi lo spazio: lo disegna e lo
spazio rimane spazio. C�� per� l�ombra. L�ombra � il sedimentarsi
dell�esistenza di un oggetto. Fa pensare ai romantici dell��800, a
Hoffmann, Chamisso, ad Andersen, Lenau, a Goethe (Rank, 1914) che giocavano con
l�ombra come segnale dell�identit� e dell�esistenza stessa del soggetto.
Nel film �Lo studente di Praga�(H. H. Ewers, 1911) puoi venderti
l�ombra e, quindi, rinunci ad esistere. Nelle sculture-installazioni di Calder
l�ombra ancora una volta non segna l�esistente ma il movimento: �Blu
feather (1948) e ancora �The spider� quando il piccolo movimento
d�aria dovuto ai movimenti dei visitatori nella sala o a piccole
impercettibili correnti, ne muovono i fili, si trascinano ombre che sulla
parete, dietro, moltiplicano il movimento che rimane lieve e ti suggerisce che
tutto l� dentro si muove. I mobiles sono �ci� che si muove o che
genera movimento (Duchamps): sono tutti sensibili al vento� rispondono meglio
a un certo tipo di brezza (1937, p.67). Tornato a casa e sfogliando il catalogo ho
rivisto i mobiles sospesi nell�aria e ho provato a ricordare le ombre
che disegnavano sulle pareti. Non so bene, ma ho provato a pensare che
l�artista avesse costruito i mobiles per procurarsi le ombre e, a quel
punto potevo mettere sullo sfondo la scultura e seguire il movimento delle
ombre. In quelle installazioni l�ombra non � disgiunta dal movimento perch�
� solo allora che ti accorgi che esiste un oggetto, solo quando si muove e
produce ombre. Ho provato ad immaginare gli psicoanalisti come quelli che hanno
il mestiere di seguire le ombre e nelle ombre incontrano e riconoscono il
proprio paziente mentre li ascolta. Quindi: Augusto che oggi arriva in seduta
comunicandomi che proprio non riesce a liberare i pensieri da un suo giovane
dipendente che ha assunto decisioni importanti senza consultarlo. Lui si
arrabbia ed � molto duro con quel dipendente. Poi parla del piacere di aver
incontrato suo figlio che lo cercava per parlargli e lui ha sentito
un�emozione grande per questa intimit� insolita che, con suo figlio quasi non
conosceva. L�analista segue le ombre che i personaggi disegnano sullo sfondo.
Sa che l�inconscio usa i personaggi per evidenziare le ombre e nelle ombre
Augusto mi sta parlando della sua antica angoscia a poter presentare a suo padre
le sue decisioni, mentre ora, arrivando in seduta ha provato ad immaginare una
possibilit� che i suoi pensieri, le sue decisioni potessero trovare un analista
curioso ed appassionato: �� e cominci� a guardare il mondo dal lato opposto
degli accadimenti e delle cose umane� (Hrabal, 1965, 14). �che si
muovono. |