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Una nota introduttiva
Nelle
vicende complesse della psicopatologia più contemporanea, De Clérambault
rappresenta piuttosto un caso dalle
caratteristiche di enigmaticità. La tesi dell'Automatismo Mentale, che è
certamente l'aspetto teorico più legato alla figura di De Clérambault, viene
ad essere completamente dimenticato in coincidenza con la scomparsa del suo
autore, continuando tuttora a lasciare affascinati, ma al tempo stesso perplessi
e diffidenti chi si avvicinasse ai suoi scritti.
Sebbene, nella clinica, De Clérambault si occuperà prevalentemente di
stati psicotici stabilizzati, la sua psichiatria, al Depot di polizia di Parigi,
è necessariamente quella dell'urgenza. A ritroso nel percorso patologico, esalta come costitutivi della psicosi i fenomeni
dell'esordio: la nosografia classica può essere quindi ribadita
come una nosografia di esiti e non di figure psicopatologiche distinte.
L'interesse attuale per l'opera di De Clérambault può essere nel ribaltamento
dei livelli di priorità delle varie fasi del processo della psicosi. Viene
sancita la estrema importanza degli esordi (la prima crisi) rispetto al percorso ulteriore in cui le crisi sono
sempre più inscritte in un quadro di organizzazione deficitaria attraverso
l'esperienza psicotica.
Non è un caso, forse, che la fondazione da parte di Lacan di una
autentica clinica psicoanalitica francese, venga a recuperare l'antica apparente
distanza con la clinica di De Clérambault. Le due posizioni teoriche,
attraverso la lezione di Lacan, si compendiano; anzi, è proprio il concetto di
Automatismo Mentale di De Clérambault a fornire a Lacan la base teorica su cui
fondare la dimostrazione dell'assunto freudiano della irriducibilità e
dicotomia nevrosi-psicosi. Attraverso la lettura che può farne Lacan,
l'Automatismo Mentale diviene il modello di un discorso senza significante,
sempre interdetto al simbolo.
Il percorso che De Clèrambault
propone per la psicosi è, dai fenomeni elementari dell'esordio allo
stabilizzarsi del quadro clinico conclamato, un percorso che procede dal dato
assolutamente neutro - anaffettivo e anideico - alle sovrastrutture
sintomatologiche che il soggetto costruisce reattivamente e che coinvolgono gli
affetti, la razionalizzazione, fino ad interessare «...la
psicologia che non ho mai preteso fuggire...»
Molto più di quanto si sia segnalato finora, e anche molto più
di quanto fosse disposto a riconoscere lo stesso Lacan, il percorso che in De Clérambault
va dai fenomeni elementari agli
affetti è, in Lacan, il percorso
del progetto significante, dall'oggetto concreto al simbolo.
I clinici fino ad oggi hanno
preso alla lettera l'insegnamento di De Clérambault, ne hanno esaltato la
genialità e lo spirito seduttivo ed istrionico, ma ne hanno perso il vero
suggerimento che, certamente, solo ora alla luce di un approfondito interesse
della psicoanalisi per la clinica delle psicosi, è possibile cogliere. |